ISOLE EOLIE

  • ISOLE EOLIE
  • Vulcano
  • Lipari
  • Salina
  • Panarea
  • Stromboli
  • Alicudi
  • Filicudi

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Isole Eolie

Dal mare come a terra, l’incanto. Nulla di più, occhi e anima possono desiderare. Lo sguardo coglie l’immensità ovunque si volga, in un’atmosfera unica.
Le “isole dolci del dio” come le ha definite Salvatore Quasimodo, salutano i visitatori tra la brezza del mare e i profumi della terra, in un contorno di intenso blu.

L'arcipelago delle Isole Eolie, di origine vulcanica, è situato nel Mar Tirreno, a nord della costa siciliana, è formato da sette isole principali - Lipari, Salina, Vulcano, Alicudi, Filicudi, Panarea, Stromboli - oltre ad isolotti, faraglioni e scogli, ed è la parte emersa di un vasto complesso vulcanico, prevalentemente sottomarino, che si estende per 210 chilometri circa. L’origine vulcanica di tali isole è testimoniata oggi da alcune manifestazioni vulcaniche come le sorgenti di acqua calda sottomarine ed i fanghi termali. I vulcani più antichi sono quelli di Panarea, Lipari, Filicudi e Alicudi. Gli unici vulcani rimasti tuttora in attività sono Vulcano e Stromboli. Le isole fanno parte della Regione Siciliana e dipendono dalla provincia di Messina. La superficie dell'arcipelago è di 115 Kmq e conta una popolazione di circa 12.000 abitanti. Natura splendida ed incontaminata, straordinari panorami, fondali lussureggianti, cibi di altissima qualità, fanno dell'arcipelago delle Eolie uno dei luoghi più ricchi di attrattive turistiche del Mar Mediterraneo: le isole, infatti, attraggono fino a 200.000 visitatori annuali. Nell'anno 2000 le Isole Eolie sono state insignite del titolo di Patrimonio dell'Umanità da parte dell'UNESCO, come riserva della biosfera nonché come patrimonio culturale

Curiosità
Negli anni novanta il geologo siciliano Sergio Cucchiara ha identificato una nuova specie di lucertola sullo scoglio La Canna, vicina a Filicudi: la Podarcis raffoneae sottospecie Cucchiarai, registrata al British Museum di Londra e all'Università di Palermo.
Alicudi e Filicudi, selvatiche e solitarie, solo da pochi anni sono state raggiunte dalla corrente elettrica. Gli abitanti stabili sono pochissimi e lungo i sentieri ci si muove a piedi o a dorso di mulo.
Lipari è diventata la capitale del turismo eoliano. E’ famosa per i giacimenti di pomice e per la produzione di ossidiana un vetro naturale, di colore grigio tendente al nero.
Panarea, rinomato centro turistico di fama internazionale, è l'isola più piccola delle Eolie. I suoi abitanti, 280 in tutto, sono chiamati "panarioti" A Panarea ci si ritrova per un aperitivo al Lisca Bianca per poi andare alla discoteca del Raja e ballare, con lo sfondo dello Stromboli in eruzione.
Salina è conosciuta in tutto il mondo per la produzione della malvasia, un vino passito di sapore dolce, chiamato "il nettare degli dei". Grande importanza ha anche la coltivazione dei capperi esportati in tutto il mondo. Nel 1994 Salina si è trasformata nel set del film "Il Postino" di Massimo Troisi, tratto dal romanzo di Antonio Skarmeta ed ispirato all'esilio di Pablo Neruda.
Stromboli, definita nell'antichità il "Faro del Tirreno, è l'unico vulcano in Europa e uno dei pochi al mondo in attività eruttiva permanente. Il vulcano è alto circa 920 metri sul mare ed i suoi fondali sono molto profondi, 1200 metri circa. Le colate laviche si incanalano lungo una strada scoscesa verso il mare chiamata Sciara del Fuoco. Qui prevale ancora l'antico stile eoliano - piccole case bianche a forma di cubo – costruite così per contrastare al meglio le scosse sismiche.
Vulcano: l'isola del fuoco
Dopo Lipari, l'isola più nota dell'arcipelago delle Eolie è Vulcano, che è riuscita a conservare quasi immutate la sua natura di isola sui generis: quattro crateri testimoniano l'origine vulcanica di questa isola, il più grande dei quali è il Vulcano della Fossa, che spesso fa respirare i suoi fumi sulfurei. L'isola è abitata da circa 470 abitanti che si chiamano "vulcanari" ed il paese più importante si chiama Gelso.

Tab 2

Vulcano

Vulcano
17°
Fair
Wind: SE 4.83km/h

Situata a 20 km a nord della Sicilia è l’isola delle Eolie più vicina alla costa e vicinissima a Lipari. Accoglie i visitatori con le esalazioni delle fumarole, sprigionando l’acre odore di zolfo. Vulcano è infatti famosa per le attività vulcaniche e per i benefici effetti dei suoi fanghi termali.

La storia

Sull’isola di Vulcano abitavano solo gli schiavi costretti al lavorare per l’estrazione di allume e zolfo e tale sfruttamento continuò per secoli fino ai Borboni. A metà dell’800 l’isola di Vulcano fu acquistata dall’inglese Stevenson che, oltre a mandare avanti la miniera, piantò i primi vigneti. La violenta eruzione del 1888  mise Stevenson in fuga abbandonando l’isola e il suo Castello ancora presente oggi. Da allora i pochi abitanti si dedicano all’agricoltura, alla pastorizia e alla pesca.

Da vedere

A terra, sicuramente chi arriva a Vulcano non può perdersi l’escursione al Gran Cratere e alla zona della baia di Levante fulcro delle manifestazioni vulcaniche con le caratteristiche fumarole. 
Vulcanello con i suoi tre crateri costituiscono una penisoletta collegata all’isola di Vulcano da uno strettissimo istmo.

Le spiagge

Via mare un must è sicuramente il periplo dell’isola, durante il quale meritano sicuramente una sosta la Grotta del Cavallo e le Piscine di Venere.

 Altra imperdibile tappa è il bagno alle Sabbie Nere e al Laghetto  dei fanghi.

 La Spiaggia delle Fumarole caratteristica perchè bagnata dalle acque riscaldate dal vapore sulfureo;

 La Spiaggia del Gelso su cui domina il faro e dalla quale è possibile vedere l'Etna.

Per chi naviga

Il Porto di Levante è costituito da una massiccia diga frangiflutti di 85 m, completamente banchinata, dal pontile degli aliscafi, che nasce a circa 150 m a sud dalla radice di detta diga, e da una riva banchinata utilizzabile per l'ormeggio, che si trova tra le due strutture sopra citate. Lungo l'arenile a Sud del pontile aliscafi sono stati posizionati due pontili stagionali ad “L” gestiti dal Centro Nautico Baia Levante.

Orario di accesso: continuo.

Accesso: le unità in uscita hanno la precedenza su quelle in entrata e non devono superare la velocità di 6 nodi (vedi Ord. n°46/2005 di Circomare Lipari).

Fari e fanali: 3280 (E 1786) - faro a lampi bianchi, grp. 4, periodo 20 sec., portata 12 M, presso Punta dei Porci (visibile da 251° a 093°); 3281 (E 1786.3) - fanale a lampi gialli, periodo 3 sec., portata 3 M su Punta Nere (visibile da 176° a 285°); 3282 (E 1786.5) - fanale a luce fissa verde 2 vert., portata 3 M, sulla testata del pontile.

Fondo marino: sabbioso.

Fondali: in banchina da 3 a 20 m.

Radio: vhf canale 16, vhf canale 14 (Centro Nautico Baia Levante).

Telefono: Centro Nautico Baia Levante di N. Falanga - Vulcano porto di levante tel. 339.3372795 - 393.9151901

E-mail: info@baialevante.it

Posti barca: 150 (Centro Nautico Baia Levante).

Lunghezza massima: 70 m (Centro Nautico Baia Levante).

Venti: I e II quadrante.

Traversia: è pericoloso lo scirocco.

Ridosso: III e IV quadrante.

Rade sicure più vicine: è possibile dare fondo nella rada di porto ponente il cui accesso è fronteggiato da piccole scogliere.

Coordinate

PORTO DI LEVANTE
38°24',85 N 14°58'10 E

Curiosità

Festività: a Vulcano come in tutte le Eolie si festeggia il santo patrono dell'isola di Lipari, S.Bartolomeo, il 24 agosto con processione e fuochi d'artificio;

Nel cinema: “Vulcano” è un film del 1950 regia di W.Dieterle e con la mitica Anna Magnani, girato qui sull'isola.

Sembra che “La Tempesta” di William Shakespeare sia stata ambientata proprio su quest'isola.

Gastronomia: I prodotti tipici dell'isola di Vulcano sono i capperi e la Malvasia.

Tab 3

Lipari

Lipari
17°
Fair
Wind: SE 4.83km/h
La storia

E’ la più grande e più abitata delle isole Eolie, il cui nome deriva da “liparos”, cioè fertile, ricco. L’isola ha una storia che inizia con le popolazioni preistoriche.
E’ nel Neolitico che le isole Eolie hanno vissuto un periodo florido grazie allo sfruttamento dell’ossidiana, il vetro vulcanico, molto tagliente. Il periodo fiorente di Lipari svanì con l’età del bronzo, in cui l’ossidiana fu sostituita dal metallo più facile da lavorare. La popolazione eoliana nonostante ciò si seppe presto reinventare grazie all’arte della navigazione, con il commercio dello stagno proveniente dalla Cornovaglia.
Anche la tarda età del bronzo fu abbastanza positivo per Lipari con la dominazione dei re italici, come dimostrano i numerosi reperti archeologici ritrovati, da cui si evince anche che vi erano meno rapporti con l’Oriente e con la Grecia e sempre di più con la cultura italica.
In seguito ad una catastrofica eruzione vulcanica, Lipari fu interamente distrutta con i suoi villaggi. Dell’epoca restano solo i reperti (ceramiche e monili) seppelliti dall’eruzione. Lipari fu ricostruita a partire dal 580 a.C. con l’avvento dei greci.
In seguito i Liparesi si unirono a Siracusa per scacciare gli Ateniesi che dopo due lunghi anni di guerre rinunciarono al dominio nel Mediterraneo. Successivamente i Siciliani minacciati dai Cartaginesi chiesero aiuto ai Romani e si diede il via alle Guerre Puniche. Il periodo Romano fu un periodo tranquillo ma non florido al quale però dopo successero secoli di guerre civili fino alla diffusione del Cristanesimo. E ancora tra il V e il VI sec. d.C. l’Italia tutta fu preda di scontri e passaggi dai Goti ai Visigoti, Vandali ed Eruli che distrussero le popolazioni e invasero Roma che cadde nel 476.
Con la caduta dell’Impero Romano d’Occidente nessuno aveva più interesse per le Isole Eolie se non i Saraceni per il controllo dei traffici dello Stretto di Messina. Questi però uccisero o ridussero a schiavi quasi tutta la popolazione. Bisogna attendere il Medioevo perché dal nord arrivino i Normanni a rivendicare le terre dominate dai musulmani in primis Gerusalemme e la Terra Santa. Questi riuscirono nell’impresa senza trovare alcuna resistenza. In Sicilia Ruggero entrò nell’anno 1062 e nel 1064 ebbe il controllo delle Eolie. Nel 1091 il papa Urbano II manifestò la volontà di prendere possesso della Sicilia. I secoli successivi furono sempre caratterizzati dagli scontri tra la Chiesa e i diversi regnanti che si sono succeduti. Nel 1871 Vittorio Emanuele II rinuncia formalmente al privilegio dell’Apostolica Legazia inSicilia.

Da vedere

Tra le prime tappe a terra suggeriamo il Castello di Lipari, sede di uno dei più importanti Musei Archeologici d’Europa, ma è molto interessante il giro a piedi per i vicoletti del centro storico dove vi sono importanti chiese di interesse storico tra cui il Santuario posizionato in posizione spettacolare, e la cui costruzione risale al 1588, e la Cattedrale di San Bartolomeo dedicata al patrono dell’isola.

Tab 4

Salina

Salina
17°
Fair
Wind: SE 4.83km/h

È la più verde e fertile delle Eolie. La sua natura rigogliosa le conferisce un'atmosfera rilassante. Questa atmosfera e i suoi panorami mozzafiato hanno reso Salina il set cinematografico de "Il Postino" con Massimo Troisi.

La storia

Come per le altre isole, anche a Salina sono stati identificati insediamenti dell’età del bronzo.
Un abitato greco del IV sec. a.C. durato fino all’età imperiale romana era sito a Santa Marina: tombe, case e le mura di una costruzione romana del I-II sec.d.C., oggi interrate per preservare delle più cospicue testimonianze monumentali dell’età romana.
Dal IV sec. a.C fino alla conquista araba nell’838 ci sono stati insediamenti stabili di Greci, Romani e Bizantini. Dall’838 e fino al XVI sec. d.C. l’unica presenza umana nell’isola di Salina è testimoniata dall’insediamento rupestre alto medievale di Serro Perciato nel comune di Santa Marina.
I reperti rinvenuti durante gli scavi archeologici sono custoditi nel Museo Archeologico Regionale di Lipari.

Da vedere

E' d'obbligo un'escursione sulla sommità della Fossa delle Felci, il tetto di Salina, il vulcano più alto dell’arcipelago delle Eolie (968 mt), con un cratere profondo 100 mt e di 600/700 mt di diametro, regala uno spettacolo unico: si può ammirare l’isola nella sua interezza, tutte le altre Isole Eolie e le coste della Sicilia con l’Etna.
Il Lago salmastro (da cui deriva il nome) un tempo utilizzato come salina.
Il Santuario della Madonna di Terzito, con la cappella del V sec. diventata Santuario nel XVII sec.
Durante l’escursione a terra è consigliato approfittarne anche per comprare uno dei prodotti tipici dell'isola, i capperi.
I capperi oltre ad essere utilizzati in cucina per insaporire molte pietanze, hanno anche effetti terapeutici e curativi del colesterolo. Anche la Malvasia viene prodotta qui.

Le spiagge

Anche se non sono molte le spiagge di Salina, alcune regalano scenari veramente unici.

La Spiaggia dello Scario è una spiaggia di ciottoli immersa in una natura rigogliosa. E' vicina al paesino.

La Spiaggia di Pollara si trova ai piedi di una scogliera a forma di anfiteatro, famosa anche come l Spiaggia del Postino, in quanto qui è stato girato in parte il film omonimo.

La spiaggia di Rinella è l'unica spiaggia sabbiosa dell'isola, nella pittoresca frazione omonima. Nei fondali bassi e sabbiosi si manifesta l'attività vulcanica con l'emanazione di gas e vapori.

Per chi naviga

Il porto di S. Marina è lo scalo principale dell'isola; è protetto da un molo di sopraflutto (o molo commerciale) orientato per SE, il quale ha in testata un dente di attracco per traghetti, e da un molo di sottoflutto che si sviluppa per est. Tra i due moli c'è il pontile aliscafi che divide la banchina di riva in due tratti.

Orario di accesso: continuo.

Accesso: dare precedenza senza ostacolare le manovre delle navi e degli aliscafi di linea.

Fari e fanali: 3296 (E 1798) - faro a lampi lunghi bianchi, periodo 6 sec., portata 18 M, su Capo Faro, costa NE dell'isola (visibile da 123° a 357°); 3298 (E 1797) - fanale a luce fissa verde 2 vert., portata 3 M, sul molo di sopraflutto; 3299 (E 1797.2) - fanale a luce fissa rossa 2 vert., portata 4 M, sul molo di sottoflutto; 3299.2 (E 1797.3) - fanale a luce fissa verde e rossa, 2 vert., portata 3 M, sull'estremità del pontile aliscafi; 3300 (E 1796) - faro a lampi bianchi, periodo 3 sec., portata 11 M, su Punta Lingua all'estremo SE dell'isola (visibile da 186° a 076°).

Fondo marino: sabbia.

Fondali: in porto da 4,5 a 6 m; in banchina da 3 a 5,5 m.

Radio: vhf canale 16.

Posti barca: 30.

Lunghezza massima: 30 m.

Divieti: vietato ormeggiare al pontile degli aliscafi.

Venti:I e III quadrante.

Ridosso: III e IV quadrante.

Coordinate

SANTA MARINA SALINA
WP 38°33',33 N 14°52',63 E

Tab 5

Panarea

Panarea
17°
Fair
Wind: SE 4.83km/h

Si presenta in tutto il suo splendore, con le tipiche e pittoresche casette bianche sulla scogliera. E’ la più piccola delle isole e anche la più mondana.

La storia

Oltre ad essere la più piccola delle isole Eolie, è anche la più antica per formazione geologica. L'isola di Panarea è stata abitata sin dall'era Neolitica. Come per le altre isole Eolie, sono stati ritrovati insediamenti dell'età del bronzo e ancora oggi è possibile visitare i resti di una Villa romana con pavimento in mosaico e pareti dall'intonaco colorato.

Da vedere

Panarea è un gioellino incastonato tra i suoi numerosi isolotti: Basiluzzo, Dattilo, Bottaro, Lisca nera e Lisca bianca.

Le spiagge

Calajunco è forse l'insenatura più bella e scenografica per le sue acque cristalline. La baia ha la forma di anfiteatro e con delle rocce alle estremità che le danno una conformazione di piscina naturale. Essendo raggiungibile da terra, in estate è molto affollata.

Cala degli Zimmari a sud dell'isola è l'unica sabbiosa. Viene chiamata anche Spiaggia rossa per il colore della sabbia.

Per chi naviga

In località S. Pietro, a nord di Punta Peppemaria, nello Scalo Ditella, si trova un molo in cemento lungo 97 m e largo 10 m munito di bitte e anelli da ormeggio; 90 m a NE del pontile è posizionato un gavitello per l'ormeggio degli aliscafi.

Orario di accesso: continuo.

Fari e fanali: 3306 (E 1800) - faro a lampi bianchi con settore rosso, periodo 5 sec., portata 10 M nel settore bianco e 8 M in quello rosso su Punta Peppemaria (settore rosso visibile da 319° a 343° sugli scogli Le Formiche; settore bianco visibile da 343° a 319°); 3306.2 (E 1800.4) - fanale a lampi verdi, periodo 3 sec., portata 3 M, sull'estremità del pontile Scalo Ditella.

Fondo marino: sabbia.

Fondali: in banchina da 0,50 a 8 m.

Radio: vhf canale 16.

Divieti: è vietato l'ancoraggio entro un raggio di 200 m dalla testata del molo; deve essere agevolata la manovra dei mezzi di linea nonchè delle navi cisterna che danno fondo a sinistra del molo per scaricare l'acqua a mezzo manichetta.

Venti: del I, II e IV quadrante.

Traversia: levante.

Ridosso: III quadrante.

Coordinate

SCALO DITELLA
38°38',10 N 15°04',69 E

Curiosità

Festività: La festa patronale in onore di S. Pietro è il 29 giugno. La statua viene portata in spalla dai fedeli in parte per le stradine dell'isola e in parte per mare sulle barche dei pescatori. La festa termina con i fuochi d'artificio in mare.

Nel cinema: Il film “L'avventura” di Michelangelo Antonioni del 1960 è stato ambientato tra Panarea, Basiluzzo e Lisca bianca.

Tab 6

Stromboli

Stromboli
17°
Fair
Wind: SE 4.83km/h

Stromboli è il vulcano più attivo del Mediterraneo. La sua attività è continua e questo la rende molto amata dai visitatori. All'imbrunire è infatti molto scenografica la vista del cratere in fiamme.

La storia

Stromboli, inizialmente colonia agricola di Lipari, è stata abitata solo per la semina e il raccolto. Solo a partire dal XVI sec. a.C. è stata abitata stabilmente, ma si è sviluppata solo in funzione della sua tradizione marinara. Infatti nell'Ottocento aveva una flotta di 65 velieri che collegavano la Sicilia a Napoli. Fu abbandonata dalla maggior parte dei suoi abitanti in seguito al maremoto del 1930.

Da vedere

Molto caratteristica soprattutto di notte la Sciara del Fuoco, vista dal mare.
Molto pittoresco è il piccolo centro di Ginostra che si presenta con le sue tipiche casette bianche e suggestiva è una passeggiata tra le minuscole stradine a calce bianche che percorrono tutta l'isola.
Un'escursione all'isolotto di Strombolicchio è d’obbligo. Con le sue pareti rocciose alte a strapiombo nel mare blu, è accessibile a terra attraverso una scalinata molto ripida che porta ad una terrazza panoramica.
E ovviamente non può mancare la salita ai crateri attraverso un ripido percorso fino a Punta Labronzo e poi al Pizzo sopra la Fossa (918 mt). Ma occorre armarsi di scarpe comode e di tempo perchè la scalata richiede circa tre ore.

Le spiagge

Le piscinette di Stromboli sono raggiungibili solo dal mare. La posizione e la conformazione delle rocce formano delle piscine naturali caratterizzate da acqua cristallina. Punta dell'Olmo presenta un paesaggio sottomarino ricco di flora e di fauna, un vero eden per gli amanti delle immersioni, così come la bella Spiaggia Lazzaro che presenta un arco sottomarino. La spiaggia di Ficogrande è l'unica attrezzata e si trova proprio di fronte allo Strombolicchio.

Per chi naviga

A Scari esiste un molo commerciale la cui testata è riservata all'ormeggio delle navi traghetto; ai lati del molo ci sono dei pontili in ferro riservati all'attracco degli aliscafi di linea. Nella rimanente parte di banchina è consentito l'ormeggio solo in casi di emergenza per imbarco/sbarco. Esiste un campo boe sul lato Nord del pontile gestito da “Sabbia Nera” vhf ch. 16/77 tel. 090.986390).

Orario di accesso: continuo.

Fondo marino: sabbioso.

Radio: Vhf canale 16 e 77.

Divieti: è interdetta la navigazione nel tratto di mare entro 400 m dalla costa compresa fra Punta delle Chiappe e Punta Labronzo dell'Isola di Stromboli (v. ord. N° 75/2003 del 16.09.2003).

Coordinate

SCARI
38°47',09 N 15°14',05 E

Curiosità

Festività: dal 1 al 15 settembre a Stromboli si tiene la Festa del Fuoco con danze, musiche e spettacoli e rappresentazioni di vari artisti provenienti da tutto il mondo, rendendo ancora più suggestiva l'isola.

Tab 7

Alicudi

Alicudi
17°
Fair
Wind: SE 4.83km/h

E’ la più occidentale dell’arcipelago e anche una delle più lontane dalla costa, è ancora oggi poco popolata e selvaggia con poche stradine, non asfaltate, e pochissimi esercizi commerciali. Qui il tempo sembra si sia fermato, basti pensare che la sera occorre munirsi di torcia perché l’isola non è illuminata!

La storia

Le prime testimonianze presenti su Alicudi risalgono all’età del bronzo (XVIII-XVI sec. a.C.) e numerose sono anche le testimonianze di epoca romana, quali i ritrovamenti di numerose ceramiche sui fondali.
Tra i ritrovamenti più particolari vi sono dei sarcofagi in pietra lavica del IV sec. a C. che hanno conservato quasi intatte delle spettacolari maioliche.
Alicudi è stata sicuramente uno snodo strategico per gli scambi commerciali con la Sicilia, ma nel passato è stata preda di banditi che l’hanno saccheggiata numerose volte e gli abitanti spesso deportati come schiavi. Questo è il motivo per cui è stata spesso abbandonata e si è ripopolata solo intorno al 1600.

Da vedere

La Chiesetta di San Bartolo, riedificata nel 1821 sui resti della seicentesca sacrestia, rappresenta l’unico monumento storico del paese.
Non essendoci dei veri e propri centri urbani, l’unico che può ritenersi tale è il porto che dove sono presenti i pochissimi esercizi commerciali.

Le spiagge

L’unica spiaggia raggiungibile da terra è quella del porto. Il resto dell’isola presenta una costa molto alta, a volte oltre 500 metri e frastagliata con la presenza di poche e minuscole spiaggette. Molto caratteristici sono lo scoglio Galera che dal mare si protende verso la costa come una spada, e la Sciara dell’Arpa, che dalla montagna scende fino a mare.

Per chi naviga

In questo scalo recentemente è stato realizzato un pontile di attracco per navi traghetto in cemento armato a forma di “T”, provvisto di distanziatori che permettono l'ormeggio degli aliscafi di linea. Il predetto pontile può essere utilizzato per le normali operazioni commerciali. L'isola non presenta ridossi: in caso di cattivo tempo il mare si alza notevolmente ovunque.

Orario di accesso: continuo.

Fari e fanali: 3304 (E 1784) - faro a lampi bianchi, periodo 3 sec., portata 10 M sull'estremità del pontile.

Fondo marino: pietroso.

Fondali: in testata al pontile sono di 10 m.

Radio: vhf canale 16.

Coordinate

SCALO PALOMBA
38°32’,00 N 14°21’, 80 E

Curiosità

Festività: La festa patronale si festeggia ad agosto in onore di S.Bartolo, in cui la statua in legno di ulivo viene portata in spalla lungo le mulattiere. La festa si conclude con i fuochi d’artificio a mare e balli.
La sera di ferragosto, invece, ogni anno si tiene un mercato in cui oltre a vendersi oggettistica varia, vi sono dei punti di ristoro con prodotti tipici locali. Il tutto è allietato dall’esibizione di artisti, maghi e chiromanti.

Gastronomia: Anche qui, come in tutto l’arcipelago, i capperi rappresentano uno dei principali prodotti della terra.

Tab 8

Filicudi

Filicudi
17°
Fair
Wind: SE 4.83km/h
La storia

Come per le altre isole dell’arcipelago, anche Filicudi ha testimonianze che risalgono al Neolitico Superiore (3000 a.C.), quasi tutte concentrate nella località di Capo Graziano. Sul promontorio, recentemente, sono state ritrovate delle capanne con , all’interno, delle ceramiche autoctone del periodo di Diana. Anche questa isola è stata spesso preda di saccheggi per cui è stata a lungo abbandonata. Pare sia stata ripopolata nel periodo greco, del quale vi sono testimonianze a Zucco Grande e dalle tracce di una necropoli bizantina sulla dorsale del porto.

Da vedere

Di sicuro interesse è il Villaggio neolitico di Capo Graziano con l’ara sacrificale in cima al promontorio. Il villaggio è costituito di capanne alcune delle quali con la tipica struttura a spina di pesce.
Dal mare sicuramente sono da vedere lo scoglio del Giafante che emerge prepotentemente dal mare, a nord dell’isola, chiamato così perché ha una forma simile ad un elefante e la Grotta del Bue Marino nei pressi di Punta Perciato. Quest’ultima rappresenta una delle grotte più grandi presenti nelle Eolie. E’ possibile entrarvi con piccole imbarcazioni e, all’interno, ha un antro molto ampio con effetti di luce molto suggestivi. Il rumore del mare in alcuni momenti sembra il muggito di un bue, da cui il nome.
Il Museo di Filicudi, nel porto, dove sono conservati i reperti archeologici ritrovati nei fondali intorno all’isola.
Percorrendo l’unica strada carrabile dal porto verso i piccoli centri abitati, si arriva a Monte Guardia dove è possibile perdersi in uno spettacolare panorama da cui si vede tutto l’arcipelago.
Un’altra località molto caratteristica per le sue casette in tipico stile eoliano, è Valdichiesa, che prende il nome dalla chiesa novecentesca di S.Stefano.
A Zucco Grande, invece, vi è un antico villaggio preistorico ormai abbandonato.

Le spiagge

Le spiagge di Filicudi sono di ciottoli arrotondati. La spiaggia più grande di Filicudi è quella adiacente al porto, che resta ovviamente anche la più affollata insieme alla Spiaggia di Pecorini e quella de “Le Punte”, in quanto tutte raggiungibili anche da terra. Molto bella e più difficile da raggiungere a piedi è la Spiaggia di Capo Graziano, collegata al resto dell'isola da una striscia di sabbia di circa 500 metri.
Dal mare, andando verso nord dal porto, oltre alla spiaggetta di Brigantini, sono molto particolari lo scoglio di Giafante e il suggestivo Faraglione La Canna, alto circa 70 metri, che secondo una credenza popolare, basta toccare per esaudire i propri desideri. Proseguendo è vicinissimo l'arco di Punta Perciato, un promontorio che per effetto dell'azione erosiva ha un varco che crea uno spettacolare arco. Di qui si arriva anche alla Grotta del Bue Marino, un tempo rifugio della foca monaca. Uno dei punti più belli dove fare il bagno è sicuramente alle Grotticelle di Punta Stimpagnato, subito dopo la Sciara, dove il colore dell'acqua assume delle sfumature eccezionali.

Per chi naviga

A nord di Capo Graziano si trova un'insenatura denominata Porto in cui è stato realizzato un pontile di cemento lungo 55 m e largo 12 munito di bitte e parabordi che permette l'ormeggio a piccole imbarcazioni.

Pericoli: porre attenzione al frangiflutti sommerso situato tra lo scivolo e la banchina e alla secca di Capo Graziano (1,80 m).

Orario di accesso: continuo.

Fari e fanali: 3302 (E 1785) - faro a lampi bianchi con settore rosso, grp.5, periodo 15 sec., portata 11 M, nel settore bianco 8 M nel settore rosso su Punta; 3303 (E 1785.4) - fanale a luce fissa verde e rossa, 2 verticali, portata 4 M sulla testata del molo.

Fondo marino: roccioso.

Fondali: da 0,5 a 5 m in testata al pontile.

Venti: I e II quadrante.

Ridosso: da venti del III e IV quadrante.

Rade sicure più vicine: Le Punte.

Coordinate

PORTO - I. FILICUDI
38°33',68 N 14°35',00 E

Curiosità

Festività: Il Santo Patrono a Filicudi si festeggia il 3 agosto in onore di S.Stefano. La statua del Santo viene portata in giro nella contrada di Valdichiesa fino alla Chiesa dedicata al Santo. In questa occasione si tengono eventi musicali, mercatini e fiere.
Nel mese di Agosto si tiene anche la Festa del mare, un corteo di barche ornate che si dirigono verso la Grotta del Bue Marino dove si deposita una statua che rappresenta Eolo. In questa occasione vi è un’ampia programmazione di eventi, canti, balli e spettacoli pirotecnici.